La Dottoressa Patrizia Gentilini porta le sue riflessioni al convegno medico scientifico del 3/4 dicembre organizzato dal Coordinamento 15 ottobre e dall’Associazione ContiamoCi! … le riflessioni di un medico che ha sempre lavorato in ospedale, in un reparto di oncologia, e che oggi vive, come tanti altri colleghi, una sofferenza.
“… sofferenza perché da una parte c’è una scienza sempre più arroccata, vista come qualcosa di indiscutibile e intoccabile, dall’altra parte noi abbiamo visto crollare in due anni i punti fermi di quella che è la pratica medica. Sentir dire, per esempio, che i bambini vanno vaccinati perché così possono fare attività sportiva è qualcosa di raccapricciante. Veramente non si può sentire! Abbiamo perso i fondamenti di razionalità e di logica.
In questa relazione farò degli esempi molto semplici di contraddizioni, di ambiguità della narrazione che viene da lontano, perché con questa pandemia è come se fosse venuto a galla tutto il malessere profondo della nostra società e della nostra medicina”. La dottoressa Gentilini ricorda che, come Commissione medica indipendente, partecipa al presente convegno per chiedere un confronto sereno e pacato, perché alla luce di quello che è stato esposto nei due giorni, è il momento di fermarsi e di ragionare.
“Non abbiamo niente da nascondere. Se in qualcosa non abbiamo delle posizioni corrette siamo pronti a rivederle, ma non si può giocare sulla pelle delle persone, soprattutto sulla pelle dei bambini. Ed una scienza che non accetta di confrontarsi sulla base dei dati non può essere ritenuta tale!
La storia viene da lontano. Adesso la vediamo emergere, ma il fatto che l’industria ha da sempre inquinato tutte quelle che sono le tappe della ricerca scientifica, delle linee guida, della stessa formazione dei sanitari, è qualcosa che ha portato a rendere la nostra medicina malata Profondamente malata. Alla radice di tutto c’è il problema dei conflitti di interesse. Negli anni 2000, Lorenzo Tomatis scriveva «si pensa che la scienza sia generalmente al di sopra delle parti, che dobbiamo prendere come tale, senza problemi né ombre. In realtà, si ignora la possibilità che la scienza sia spesso offuscata da conflitti di interesse»
Questa scienza da una parte nega la pericolosità delle sostanze inquinanti e dall’altra è lei stessa a creare degli allarmi molto spesso ingiustificati. La ricerca è al servizio del potere, come scrive Tomatis nel libro “Il fuoriuscito”, e il ricercatore è un’oca che produce uova d’oro e quell’oro va tutto sulla tavola di chi comanda. Quando bisogna cercare di mostrare la pericolosità delle sostanze, le prove non bastano mai. Quando si tratta di approvare farmaci o pratiche di qualunque tipo che portano evidentemente vantaggio e sono fonte di guadagno economico, invece la strada è tutta in discesa. Dobbiamo davvero mettere a fuoco questa ambiguità e questa ambivalenza, e prenderne coscienza, perché come medici non possiamo ritenerci esenti da queste da queste riflessioni. (1) E questo è anche in documenti importanti dell’Unione Europea – lezioni apprese in ritardo da pericoli conosciuti in anticipo – (è il titolo) perché non si è ascoltata la voce degli scienziati e dei medici indipendenti. Quindi da una parte non si vuole riconoscere la pericolosità, dall’altra si enfatizzano dati.
Facciamo qualche esempio che è vicino alla mia pratica e alla mia esperienza come medico oncologo: un argomento che a me sta molto a cuore è quello dei tumori nei bambini. I bambini non fumano, non bevono, quindi non possiamo dare colpa allo stile di vita che fanno. Purtroppo, sappiamo che il passaggio di sostanze cancerogene avviene già in utero e questo rappresenta sicuramente un fattore di rischio. Il nostro paese ha il tristissimo record di incidenza di cancro, sia da zero a 14 anni, che da 15 a 19 anni. I tumori nell’infanzia sono in aumento, mediamente da 120 casi a 140 a livello globale, ma in Italia superiamo anche 200 casi per milione di bambini da zero a 14 anni e 300 casi all’anno fra 15 e 19 anni, rispetto alla media di 155 casi. Abbiamo dei numeri preoccupanti nel Sud Europa (Croazia, Cipro, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna). (2) Questa è un’indagine pubblicata su Lancet sull’incidenza di cancro, che mette a confronto i dati dei registri tumori di tutti i paesi del mondo e il record è nel nostro paese.
Questa enfasi sul problema della COVID e dei giovani che possono morire di Covid, ma che spesso hanno altre comorbidità. Sono bambini già malati. In Germania nessun bambino sano è morto. (3) Dai dati Istat del 2018 sono complessivamente morti in Italia 2707 giovani fra zero e 19 anni; per Covid ne sono morti 18, lo 0.7%. Per cancro ne sono morti 343, quasi il 13%. E non dimentichiamo che ogni mese in Italia ci sono circa 200 nuove diagnosi di cancro fra zero e 19 anni, per complessivi 2400 nuovi casi di cancro. Molto spesso guariscono, ma siamo anche consapevoli di che cosa questo comporta.
Perché questi numeri non ricevono pari attenzione?
(4) La prevenzione primaria non sono parole. Noi sappiamo già molto su quelli che possono essere le esposizioni che aumentano il rischio di linfomi nell’infanzia, di leucemie, ma anche di altre patologie tumorali. Però, di questo, mai nessuno ne parla.
Un altro esempio. (5) Questi sono i due studi pubblicati sul New England che hanno riportato i dati per l’utilizzo del vaccino da 5 a 11 anni e dai 12 e dai 12 ai 15 anni. Dai 5 agli 11 anni, il vaccino è stato sperimentato su due 1268 bambini. 1517 il vaccino e 751 il placebo. Questo gruppo di bambini è stato seguito mediamente per due mesi e poi è partito l’utilizzo negli Stati Uniti e poi adesso in Italia. E numeri più o meno uguali per quanto riguarda gli adolescenti dai 12 ai 15 anni. Quindi tempi rapidissimi.
Un altro esempio. L’esposizione al telefono cellulare rappresenta un rischio consistente di insorgenza di tumore a livello cerebrale, e i bambini sono sempre più esposti. Gli studi che erano stati fatti avevano visto che maggiore è la penetrazione nella cavità cranica di queste radiofrequenze. (6) Nel 2009 è partito uno studio molto importante (caso controllo) con circa 900 casi di cancro dai 10 ai 24 anni e quasi 2000 controlli per indagare il rischio di cancro a livello cerebrale per l’esposizione cellulare. Lo studio, finanziato con soldi pubblici europei, (quasi tre milioni e mezzo di euro) si è concluso il 29 Febbraio del 2016 ma sul sito proprio dell’Unione Europea si legge che di questo studio si aspetta ancora la pubblicazione su una rivista. Sono ormai passati sei anni e ancora non è stato pubblicato! Qualcosa non torna.
C’è il problema di come i dati vengono presentati in maniera quantomeno confusa, che non permette un’adeguata valutazione nel corso del tempo. Mentre in Inghilterra vengono riportati dati per fasce di età che sono sempre quelle, settimana per settimana, e uno si può fare un’idea, i nostri dati cambiano da una settimana all’altra. (7) Qui, per esempio, le settimane dal 29 settembre al 28 dicembre, il numero dei decessi cambia: da 35 diventano 36, poi addirittura dal 10 novembre al 17 novembre i decessi diventano 34. E soprattutto cambiano le fasce di età: prima sono da 6 a 10, poi da 11 a 13, da 14 a 19, e diventano 6 -11, 12-15, 16-19. Alla fine, c’è sempre un rimescolamento, per cui guardando questi report dell’Istituto Superiore di Sanità sembra fatto apposta perché le cose non possano mai essere comprensibili. Sicuramente non c’è trasparenza! Io chiedo trasparenza perché noi, come genitori, come nonni, come medici, abbiamo bisogno di sapere come stanno le cose.
Vogliamo una sorveglianza attiva per gli adulti, ma ancor più per i bambini!
(8) Questo è un documento ufficiale dell’istituto superiore di sanità che dice esattamente quali sono gli effetti della Covid sui bambini, in misura minore rispetto all’adulto, anche nell’età infantile l’infezione può comportare dei rischi per la salute. Tant’è vero che circa 6 bambini su 1000 vengono ricoverati in ospedale e 1 su 7000 in terapia intensiva. Ma si dimenticano di dire che questi numeri si riferiscono ai soli contagiati. E i contagiati sono solo 343.000, quindi in terapia intensiva va un bambino ogni 84.000.
Le cose vanno dette!
Un altro esempio. (9) Il 19 dicembre, a Controcorrente, il dottor Pregliasco ha affermato con sicurezza che il vaccino Pfizer è stato sottoposto a studi di cancerogenicità. Ma proprio sulla scheda tecnica di Pfizer c’è scritto “non sono stati condotti studi di genotossicità o sul potenziale cancerogeno”. Ma scusate… io vi ho dimostrato che abbiamo già un record di tumori nell’infanzia a bambini che hanno tutta la vita davanti, e voi avete davvero il coraggio di somministrare questa roba per una patologia dalla quale non sono affetti e non sono colpiti?!?!
I bambini non sono serbatoi di virus! Bene che i bambini si contagino con queste varianti, sviluppino un’immunità che è utile all’intera comunità. Basta con queste paure!
Un altro esempio. (10) Il problema della miocardite viene sottovalutato, definita come lieve e passeggera. Con che coraggio si fanno queste affermazioni? (11) L’incidenza normale della miocardite spontanea fra i 15 e 18 anni è di un di 1.8 casi per 100.000, mentre in questo studio fatto in Israele a seconda delle fasce di età con le seconde dosi si arriva 7 su 100.000, a 11 su 100.000, 15 su 100.000. E in quest’altro studio fatto ad Hong, addirittura, con la seconda dose si arriva a un rischio di 37 casi su 100.000.
Sì, anche la Covid può dare la miocardite, ma il rischio di miocardite da Covid è nettamente minore al rischio di miocardite da vaccino.
(12) È faticoso stare tranquilli quando ci dicono di vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni e abbiamo il famoso problema delle porte girevoli, dove persone che erano nei ruoli chiave delle varie aziende produttrici, da Johnson&Johnson, Pfizer o Moderna, vanno poi a ricoprire ruoli rilievo nella FDA. Si fa quindi fatica a pensare che quando sono in un’istituzione che dovrebbe essere volta alla sanità pubblica facciano, in realtà, gli interessi della sanità e non di qualcun altro.
(13) È tutto trasparente, per carità: la GSK ha pubblicato i compensi che sono stati dati alla SIP (società italiana di pediatria) o alle sue affiliazioni. Nel giro di 5 anni, sono quasi 781.000 €.
Sul sito della Commissione medico scientifica indipendente trovate questo documento molto articolato (Vaccinazioni Pediatriche AntiCovid-19: 16 motivi per dire NO, non avere fretta di vaccinare tuo figlio) per i genitori e per gli insegnanti, con tutti i motivi che sono stati messi a fuoco per dire no. (14)
Le mie conclusioni
Avvero possiamo pensare che un sistema che per decenni ha negato la pericolosità alle esposizioni tossiche ed inquinanti, si sia improvvisamente “convertito” e tutto sia ora fatto per il nostro “bene”?
(15) Credo che dei dubbi siano quantomeno più che legittimi, anche perché se guardiamo la Top 10 degli importi pagati da tutte le aziende farmaceutiche (da Pfizer a Glaxo, a Johnson&Johnson, Moderna ecc) e il numero di condanne, vediamo che queste aziende non sono proprio delle santerelle.
Tomatis rifletteva, proprio come medico: “la caratteristica della medicina è quella di essere indissolubilmente scienza e assistenza. In quanto scienza, la medicina ha al fine di espandere le conoscenze. In quanto assistenza ha però quale fine primario il benessere dell’individuo e ciò implica la scelta etica di attribuire un valore assoluto alla persona umana. […] Il fatto di avere una scelta etica come suo fondamento fa della medicina una scienza atipica e tale dovrebbe rimanere, resistendo alla tentazione di seguire una strada che rischia di portare al suo totale asservimento ai valori del mercato”
(16) “un vaccino per un panino”, “il vaccino per un gelato”… questo, a mio a casa mia, si chiama marketing!”
Dottoressa Patrizia Gentilini, componente della Commissione medico scientifica indipendente.
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Consulente comunicazione - Proprietaria e direttore di testata giornalistica indipendente "L'Arte del comunicare" - P.R. - Speaker - Formatrice
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