Ci ricorderemo il duemilaventi come l’anno in cui siamo stati costretti a guardarci allo specchio. È stato l’anno del Covid, del terrorismo mediatico, della perdita di lavoro e delle persone care, del non poter viaggiare, vedersi e abbracciarsi. E di tante altre cose.

Nel nostro vocabolario quotidiano sono stati introdotti termini come distanziamento sociale e lockdown, accompagnati da parole come quarantena, coprifuoco, pandemia, tese ad alimentare la paura e l’incertezza.

Ho accettato di non farne parte. Ed è nata così l’idea di creare uno spazio protetto, dove seminare amore e non paure.

Quello che muove l’Arte del comunicare è proprio il desiderio di cambiamento. Cambiamento nei modi e nei toni, nella scelta delle parole, nelle espressioni e nelle relazioni, cercando di dare vita a un nuovo modo di comunicare più umano e consapevole