In un’epoca caratterizzata da ritmi frenetici e crescenti pressioni professionali, comunicare con gentilezza è una competenza da sviluppare e una strategia vincente per migliorare il benessere organizzativo e la produttività aziendale.

Non è tanto una questione di cortesia, ma un approccio scientificamente validato per creare ambienti di lavoro più efficienti e sostenibili. Le ricerche della professoressa Christine Porath, pubblicate nel suo libro “Mastering Civility: A Manifesto for the Workplace“, dimostrano come la mancanza di gentilezza sul lavoro può ridurre la performance cognitiva e la partecipazione attiva dei dipendenti.

Comunicazione gentile e sicurezza psicologica

La Professoressa Amy Edmondson di Harvard ha introdotto e studiato per oltre 20 anni il concetto di “psychological safety” (sicurezza psicologica). La sua ricerca, pubblicata su Administrative Science Quarterly, dimostra che i team dove le persone si sentono sicure di esprimersi senza timore di giudizio sono:

    più innovative
  • maggiormente propense a parlare di errori e problemi senza timori
  • più efficaci nell’apprendimento organizzativo.

Comunicare con gentilezza: i pilastri

Immaginate di entrare in un’organizzazione dove ogni interazione è guidata da principi fondamentali che trasformano la comunicazione in uno strumento di crescita e connessione. Le ricerche più recenti hanno identificato quattro pilastri essenziali che sostengono questo approccio rivoluzionario.

Il primo pilastro è il rispetto attivo, che va ben oltre la semplice cortesia formale. Si manifesta quando un manager, invece di limitarsi ad ascoltare distrattamente una proposta, dedica piena attenzione al collaboratore, mantenendo un contatto visivo genuino e una postura aperta. È quel momento in cui, durante una riunione difficile, si riconosce apertamente il valore di un punto di vista divergente, anche se non lo si condivide. Il rispetto attivo trasforma ogni interazione in un’opportunità di riconoscimento reciproco.

Il secondo pilastro, l’ascolto empatico, richiede una vera e propria arte. È quella capacità di essere totalmente presenti quando un collega condivide una preoccupazione, mettendo da parte il telefono e resistendo all’impulso di formulare mentalmente la risposta mentre l’altro sta ancora parlando. È come creare uno spazio sicuro dove le emozioni possono essere espresse senza timore di giudizio. Pensate a quando un membro del team condivide una difficoltà personale che impatta sul lavoro: l’ascolto empatico permette di cogliere non solo le parole, ma anche le emozioni sottostanti, creando un ponte di comprensione autentica.

Il terzo pilastro è il feedback costruttivo, un’arte delicata che può fare la differenza tra demoralizzare o motivare. Non si tratta di dire “hai sbagliato tutto”, ma piuttosto di osservare che “questo approccio potrebbe essere migliorato focalizzandoci su…”. È come quando un mentore esperto guida un giovane talento: non si concentra sui difetti della persona, ma illumina il percorso verso il miglioramento. Il feedback costruttivo è tempestivo, specifico e sempre orientato alle soluzioni, come un faro che indica la rotta verso il progresso.

Infine, la trasparenza comunicativa agisce come collante che tiene insieme tutto il sistema. È quella qualità che emerge quando un leader condivide apertamente gli obiettivi aziendali, ammette le sfide che l’organizzazione sta affrontando e mantiene una coerenza cristallina tra parole e azioni. È come avere una bussola che orienta ogni membro del team nella stessa direzione, creando un ambiente dove le informazioni fluiscono liberamente e le decisioni sono comprese da tutti.

Questi quattro pilastri non operano in isolamento, ma si intrecciano creando un tessuto comunicativo robusto e resiliente. Quando un’organizzazione riesce a implementarli tutti, si crea quel particolare ambiente dove le persone non solo lavorano meglio, ma fioriscono. È come un giardino ben curato, dove ogni elemento contribuisce alla crescita dell’insieme, creando un ecosistema comunicativo in cui gentilezza e professionalità si rafforzano a vicenda.

Come si fa a comunicare con gentilezza?

Per costruire una cultura della gentilezza occorre un impegno costante e durevole fuori e dentro le organizzazioni. Di grande forza propulsiva potrebbe essere scegliere individualmente la via della gentilezza in ogni situazione comunicativa, come predisporre attività all’interno delle organizzazioni complesse per

    sviluppare le competenze
      formazione su comunicazione non violenta
    • workshops su feedback costruttivo
    • programmi di sviluppo leadership
  1. creare delle strutture di supporto
      definizione di valori e comportamenti attesi
    • sistemi di riconoscimento positivo
    • canali di comunicazione bidirezionale.

Diverse ricerche confermano che la formazione la chiarezza di una visione condivisa permettono anche alle organizzazioni più complesse di crescere evitando dispersioni e turn over. Questionari anonimi e colloqui condotti da coach e mentori permettono di portare alla luce difficoltà e punti di vista che possono essere portati anche all’interno di workshop guidati da facilitatori maieutici.

Di comunicazione gentile parleremo il 13 novembre alle 15.30 sulla pagina Facebook dell’arte di comunicare Barbara Reverberi, coach e mentore gentile, ed io.

Il ruolo del leader nella comunicazione gentile

La ricerca di Barbara Fredrickson sulle “emozioni positive” dimostra come i leader che utilizzano una comunicazione positiva e rispettosa creano un effetto moltiplicatore nell’organizzazione, generando

    maggiore resilienza nei team
  • aumento della creatività
  • migliore capacità di problem-solving.

La comunicazione gentile non è una soft skill opzionale, ma una competenza strategica supportata da solide evidenze scientifiche.

Possiamo scegliere di allenarla e migliorare le nostre relazioni oppure continuare a fare ciò che abbiamo sempre fatto. Come per installare ogni buona abitudine è importante che ci osserviamo e individuiamo in quali contesti possiamo migliorare.

Quanto alle organizzazioni, quelle che investono nella costruzione di una cultura basata sulla gentilezza creano un vantaggio competitivo sostenibile, migliorando sia il benessere delle persone che i risultati di business.

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