Relazione del dottor Mariano Bizzarri, ordinario di patologia clinica all’Università La Sapienza e direttore del System Biology Group Laboratory al Convegno Scientifico Giuridico “SCIENZA e COSTITUZIONE: le verità sull’obbligo vaccinale anti Covid19” organizzato da 4 associazioni: Coordinamento 15ottobre, Ali, Osa, Fisi.
(Tutti i grafici e slide a cui si fa riferimento, sono visibili nel video della diretta in fondo all’articolo)
“Da una prima valutazione di vaccini a mRNA usati in Europa, non sono stati presi in considerazione i vaccini che comunque coprono la maggior parte della popolazione, ad esempio, quello ottenuto in modo tradizionale col virus inattivato in Cina, che ha coperto circa un miliardo e mezzo di persone.
Dal grafico del Ministero della Sanità che mostra il tasso di mortalità, vediamo che l’efficacia si trova per le persone oltre 80 anni con comorbilità. Ci si riferisce, attualmente, a loro come persone fragili. Sono persone che spesso hanno problemi legati all’emarginazione sociale, alle carenze alimentari. Già risolvere questi problemi aiuterebbe molto a ridurre la loro propensione alle malattie.
Nella slide successiva vediamo il paragone tra India e Italia dell’incidenza della letalità della malattia. È assolutamente diverso l’andamento e va anche considerato che il Sistema Sanitario non è neanche lontanamente paragonabile. Perché dunque ? Coesistono diversi fattori, tra cui il peso della popolazione anziana, ma è indubbio che abbiamo un sistema di registrazione dei dati inadeguato dove i morti sono amplificati perché c’è una rappresentazione dei morti di Covid anche quando muoiono per cause ben diverse.
Anche per quanto riguarda le incidenze in Europa, c’è un alto grado di falsi positivi. Persone positive al test ma che non veicolano il virus. Perché questo? È servito ad amplificare il carattere emergenziale della situazione ed è l’elemento di base di quel clima di paura che è stato innescato nel corso degli ultimi due anni e mezzo.
Le cose sono sostanzialmente cambiate a gennaio, non per merito del vaccino. Lo si vede osservando i paesi che hanno usato strategie diverse, vaccini diversi. È il momento in cui compare l’omicron. Il virus propriamente detto non esiste più. L’omicron ha origine dal Covid ma ha delle caratteristiche assolutamente diverse.
Se il primo scopo del vaccino è bloccare la contagiosità, nel lavoro fatto dall’Istituto Superiore di Sanità, vediamo che a seguito di reiterate dosi, 2-3-4, dopo 22 settimane la protezione scende sotto il 50% (che è ritenuta la soglia minima perché un preparato possa dirsi vaccino). Ebbene, se la probabilità è di 1 su 2 , farlo o non farlo equivale a lanciare una monetina.
La cosa drammatica è che dalla 23° settimana la protezione inizia a diventare negativa. Cioè, chi ha fatto più di due dosi di vaccino ha una probabilità maggiore di contrarre la malattia. Il risultato è imbarazzante e paradossale.
Questo è un lavoro pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità 6 mesi fa. C’è un’inadeguatezza, poiché il vaccino non blocca la trasmissione e queste cose erano ben chiare già da giugno quando si è visto che i vaccinati potevano trasmettere il virus tanto quanto i non vaccinati. Questo significa che il Green Pass (attestante l’avvenuta vaccinazione) non garantisce proprio nulla, perché non può garantire che chi ne è in possesso non possa infettare di più. Alimenta una falsa sicurezza.
Il bilancio complessivo fatto alcuni giorni fa evidenzia che riduce nei primi mesi l’ospedalizzazione ma, soprattutto a partire da gennaio, per cominciare a parlare di presente, considerando che omicron ha un tasso di letalità simile a quello dell’influenza, la protezione offerta dal vaccino è inutile. Soprattutto se si considerano gli eventi avversi.
Nonostante sia molto difficile avere un prospetto statistico affidabile, poiché i dati non sono stati accertati sistematicamente e nel modo dovuto, cioè tramite un programma di farmacovigilanza attiva, un insieme di studi evidenzia che l’obbligo di vaccino per i giovani sotto i 40 anni è assolutamente da rigettare. Non è etico, in quanto non consente di ottenere evidenza di beneficio, mentre è certo il possibile danno. Assicura una protezione estremamente transitoria e crea una quantità di danni superiore ad altre forme di vaccino.
Se normalmente coi vaccini si attendono 1-2-3 casi di eventi avversi ogni 100.000, in questo caso sono 1.200/1.300 ogni 100.000. Una strage!
Sappiamo, oggi, molto dei meccanismi che causano gli effetti avversi:
- l’uso delle particelle nanolipidiche che vengono usate per veicolare il vaccino.
- l’NRA, contrariamente alle attese, continua in modo indebito e assurdo a stimolare le reazioni immuni e i processi infiammatori che vengono riscontrati con biopsie a livello del cuore. La miocardite è un evento avverso confermato dal 2021 soprattutto nei giovani e dovuto all’espressione della spike del vaccino a livello del miocardio.
- un altro studio ha permesso di evidenziare la soppressione dell’interferone alfa, che è uno dei guardiani dell’immunità.
- questa vaccinazione induce un’alterazione della risposta immunitaria. A livello epidemiologico abbiamo studi (pubblicato su National in Israele) osservazionali, perché ci manca la farmacovigilanza, che hanno evidenziato un aumento del 25% delle morti improvvise con miocardite, pericardite nelle persone al di sotto dei 40 anni.
Non ci deve sorprendere più di tanto perché, come è stato ammesso dagli stessi ideatori-produttori di vaccini, si tratta di terapia genica. Per poterlo autorizzare l’OMS ha dovuto addirittura cambiare la definizione di vaccino nel corso della pandemia. Questi vaccini hanno fallito gli obiettivi: non hanno bloccato l’infezione e la loro durata è estremamente limitata nel tempo. Le conclusioni, per quanto riguarda l’Omicron, è che oggi l’Omicron non richiede un vaccino. Il livello di letalità è esattamente sovrapponibile a quello dell’influenza e lavori pubblicati recentemente dicono che il virus coesista e viva con la popolazione.
Se dovessimo pensare a un altro vaccino, dovrebbe essere di tipo convenzionale e possibilmente somministrato per via nasale come quello sviluppato dall’Istituto Superiore di Sanità da Maurizio Federico ma che è stato bloccato dal governo. Non si sono trovati 40 milioni per sviluppare un vaccino innovativo tradizionale italiano. Il sospetto forte è che al di fuori degli RNA di Pfizer e Moderna non c’è salvezza.
Sono usciti due studi importanti che hanno dimostrato che il virus non è nato nei pipistrelli, ma è stato ingegnerizzato (il che porta delle chiare responsabilità politiche). Inoltre, è uscito un rapporto su Lancet che ridimensiona la pandemia, associata fino ad aggi alla “spagnola”. La spagnola ha prodotto tra i 60 e gli 80 milioni di morti in un anno e mezzo, in un mondo non globalizzato dove erano bloccati i viaggi e le trasmigrazioni. Era un mondo diverso e c’era la guerra. Qui sono stati 6,9 milioni. Un dato molto diverso e aiuta a ricollocare nelle sue giuste dimensioni il problema.”
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