Quella che segue è la relazione del Dottor Giovanni V. Frajese, portata al convegno medico scientifico del 3/4 gennaio organizzato dal Coordinamento 15 ottobre e dall’Associazione ContiamoCi! Il suo intervento ci ha fatto ripercorrere due anni di pandemia, con scelte governative che fin dall’inizio erano incomprensibili, dove la figura del medico è passata da Eroe a Cavia, in cui i rapporti medico-paziente sono spesso stati tesi. C’è bisogno di chiarezza (da qui il titolo) e di ritrovare lo spirito giusto col quale, i medici, devono approcciarsi alla medicina e al malato: in tre parole… usando il CUORE.
“Potrei riassumere quello che è successo nel 2021 con una parola: incertezza. Incertezza su quello che era giusto fare, incertezza sui dati, incertezza sulle leggi, incertezza sui comportamenti da mantenere… le distanze, i centimetri… i green pass (1,2,3, ultra) e tutto il resto. Questo stato di incertezza ha lasciato tutti quanti tesi e preoccupati, senza una chiara visione verso dove stiamo andando.
L’anno scorso è stato un anno di panico, di stress, di preoccupazioni, alcune reali e alcune meno reali. Perdere il lavoro, per esempio, o perdere i propri cari per una patologia è ovviamente molto reale; ma il panico che è stato creato è anti-medico e, in parte, anche anti-scientifico, perché non serve a migliorare la situazione né clinica, né psicologica delle persone.
(1) In questa tabella dell’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità ci sono dati bizzarri. Viene riportato il numero di morti delle ultime settimane: la differenza tra i vaccinati e non vaccinati mostra numeri apparentemente uguali, ma le percentuali sono ovviamente diverse, perché il numero delle persone vaccinate è più alto delle persone non vaccinate. Ci sono ulteriori dati un po’ complessi da comprendere, tipo il numero degli accessi in terapia intensiva correlato alle morti: si hanno più di 800 accessi in terapia intensiva dei non vaccinati a fronte di 26 nei vaccinati. Però poi il numero dei morti, da 26 in terapia intensiva, diventano 52! Quindi non riesco a capire se le persone muoiono direttamente senza passare dalla terapia intensiva…
I dati italiani sono spesso complessi da leggere, sia per la maniera in cui sono raccolti sia per la maniera in cui vengono definiti, per cui preferisco normalmente passare a dei dati europei oppure americani e inglesi che vengono, a volte, presentati in maniera un po’ più chiara.
L’incertezza dell’anno scorso si può riassumere con questa slide (2): l’avviso da parte del CDC che dal 31 di dicembre del 2021 non si sarebbe più usata la PCR per fare diagnosi di Sars-Cov-2. Per quale ragione è spiegato in inglese, ma c’è scritto «il CDC incoraggia i laboratori a considerare l’adozione di un metodo multiplex che può facilitare la differenziazione tra il Sars-Cov-2 e l’influenza»? Allora, che cosa abbiamo misurato l’anno scorso? Su cosa abbiamo fatto tutto quello che abbiamo fatto?
L’incertezza è regnata e regna sovrana.
(3) Questo preprint (non è stato ancora pubblicato ma lo sarà a breve) sono i dati che riguardano l’ospedalizzazione e la mortalità dell’Omicron rispetto alla Delta. In questo studio fatto in Canada, ci sono stati 21 ospedalizzazioni tra tutti i pazienti presi in considerazione, pari allo 0,3% e 0% di morti. Questo dato dovrebbe tranquillizzare tutti, perché significa che la continua emergenza ,forse, si potrebbe prendere in considerazione in maniera diversa.
È presto per trarre conclusioni. Però quello che è abbastanza chiaro, al momento, è che sembra che la Omicron sia quasi una soluzione del problema piuttosto che la nuova ondata del dramma. Perché è un vaccino naturale ed è stato visto da altri studi che l’infezione con Omicron produce anche anticorpi per la Delta.
Quindi piuttosto che aspettare il nuovo vaccino delle case farmaceutiche per la Omicron, prendiamo in considerazione i dati.
Questo (4) è rapporto è fatto in Danimarca e ci sono dei dati estremamente interessanti che spero chiariscano ulteriormente alle persone, e soprattutto ai miei colleghi medici, qual è la situazione. Per quanto riguarda le altre varianti in generale, il 23,8% di persone non vaccinate si sono infettate, il che significa che 75 sono vaccinati (i ¾) e un quarto non è vaccinato. La percentuale in Danimarca è del 75% di vaccinati. Ma per quanto riguarda la Omicron c’è un dato molto bizzarro: l’8,5% dei non vaccinati è stato infettato con la Omicron, il che significa che il 91,5% sono vaccinati. Per fortuna non è grave, ma ora diventa complicato sostenere con una tesi plausibile che il problema sono i non vaccinati che trasmettono la patologia.
Nel 2020 i medici sono stati considerati gli eroi della pandemia, coloro che coraggiosamente stavano in ospedale affrontando la patologia, mettendo a rischio le loro vite. Oltre a questi vorrei ricordare anche quella parte di medici che durante la pandemia è sparita: medici di famiglia e non solo che venivano chiamati e, preoccupati di prendersi la patologia, non sono andati a visitare i loro pazienti.
I reparti sono pieni. La scienza (?) ci dice:
1. facciamo il Lockdown (messaggio peggiore, politica e scienza non potevano dare)
2. dobbiamo aspettare i vaccini
3. tachipirina e vigile attesa (tecnicamente sbagliato)
4. le autopsie non si fanno (se non si fa l’autopsia non si hanno i dati. Non sappiamo come le persone muoiono, non sappiamo se c’è una patologia autoimmune, non sappiamo se c’è la coagulazione, non sappiamo i meccanismi d’azione fisiopatologici: le autopsie erano e sono fondamentali!
5. la sperimentazione farmacologica la facciamo? No, dobbiamo aspettare i vaccini.
Scusate ma io la logica, ancora oggi, non la trovo.
Dopodiché nel 2021, gli stessi medici che erano stati considerati eroi, all’improvviso, vengono trattati come cavie! Dopo due mesi di sperimentazione hanno l’obbligo di farsi un’iniezione sperimentale per dare l’esempio agli altri che poi dovevano seguire (anche i sanitari). Una, due, tre volte. Tutto questo per non essere sospesi.
La maggior parte dei medici si è anche, tra l’altro, molto arrabbiata (soprattutto quelli che lavoravano nei reparti) perché se lo sono presi il Covid. Quindi hanno fatto la patologia, e lo Stato gli ha detto che dovevano comunque farsi anche la vaccinazione. La motivazione «non sappiamo quanto dura l’immunità»
Come non si sa? Si chiama Fisiologia: L’IMMUNITA’ DURA TUTTA LA VITA.
Vaccinare le persone che sono guarite (con lo stesso virus di due anni fa) non ha nessuna base né logica né scientifica, ma è solamente un’imposizione.
Questo ha creato due gruppi nella società: i vaccinati (bravi, santi e coraggiosi) e non vaccinati (terrapiattisti, brutti e cattivi). La spaccatura, tra l’altro, avviene all’interno della classe medica stessa, perché ci quelli che seguono la legge e quelli che ancora provano a utilizzare la logica e tutto quello per cui hanno speso un sacco di anni della propria vita per laurearsi e specializzarsi.
Ci sono dei medici vaccinati che non visitano un paziente perché non è vaccinato! Ma sono medici??
Gli ammalati sono le figure di Gesù Cristo.
Molti sciagurati, delinquenti, bestemmiatori,
vengono a capitare in ospedale per disposizione della misericordia di Dio,
che li vuole salvi
San Giuseppe Moscati
Ai colleghi dico: riprendiamoci la fisiologia.
La fisiologia: come funziona il corpo umano, come funziona l’immunologia. Non facciamo finta di non sapere niente, perché in realtà la fisiologia la conosciamo e la ricordiamo tutti.
Ci servono soprattutto studi anatomopatologici. Un appello di cuore agli anatomopatologi: fate, per favore, le autopsie! Fatele sui malati, di fatele sui vaccinati che poi muoiono, dateci un aiuto a capire quali sono le problematiche: se sono immunologiche ancora, coagulative o di altro tipo. Ne abbiamo un bisogno disperato.
Ama la Verità, mostrati qual sei,
e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi.
E se la Verità ti costa la persecuzione, e tu accettala;
e se tormento, e tu sopportalo.
E se per la Verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita,
e tu sii forte nel sacrificio.
San Giuseppe Moscati
(5) Queste sono due pubblicazioni, una in preprint e una è stata già pubblicata. Il primo è uno studio olandese in cui sembra che i vaccini mRNA inducono una complessa riprogrammazione funzionale del sistema immunitario che dovrebbe essere considerata nello sviluppo e nell’uso di queste nuove classi di vaccini. Cioè, questi vaccini sembra che non solo producano gli anticorpi verso il Sars-Cov-2 ma che cambino l’intera popolazione immunitaria. Se cambia la popolazione immunitaria significa che deve essere tutto molto chiarito con attenzione perché non ne sappiamo i risvolti.
COL SISTEMA IMMUNITARIO NON SI GIOCA!
Il secondo, invece, dimostra che la Spike penetra all’interno del nucleo dove inibisce la riparazione del DNA. Questo significa che c’è una possibilità, nei prossimi anni, di vedere una serie di problematiche serissime: da tumori a patologie autoimmuni a chissà che altro. Gli stessi vaccini producono la Spike.
Ergo: siamo sicuri che stiamo facendo la cosa veramente giusta? In particolare, siete sicuri che vogliamo dare queste vaccinazioni a dei bambini, con delle prove in vitro che dicono che inibiscono la riparazione del DNA? Che, probabilmente, cambiano la funzione immunitaria? A dei bambini che hanno il sistema unitario in sviluppo?
Concludo dicendo che quello di cui abbiamo bisogno non è la divisione che è stata perpetrata tra vax e novax (categorie completamente assurde create apposta per distogliere l’attenzione dalla problematica vera); noi abbiamo bisogno di umanità, abbiamo bisogno di Unione, abbiamo bisogno di tornare ad abbracciarci fisicamente e mentalmente, con il cuore. Perché siamo esseri umani. Ed è nell’unione, nell’umanità, che troveremo una strada per il futuro. Nella divisione si andrà solamente verso l’oscurità.
Autore
-
Consulente comunicazione - Proprietaria e direttore di testata giornalistica indipendente "L'Arte del comunicare" - P.R. - Speaker - Formatrice
Visualizza tutti gli articoli