Organizzare l’International Covid Summit a Roma è stato un piccolo miracolo umano, non solo scientifico. Gota dai quattro lati del mondo sono arrivati fisicamente nella capitale, altri si sono collegati in videoconferenza per dare il proprio contributo, accomunati dal desiderio di condividere le proprie conoscenze e far progredire gli altri colleghi per il bene dell’umanità. Parlo di miracolo perché mentre il mainstream è costantemente occupato a proferire attacchi politici e mediatici a questi medici che da inizio pandemia studiano e curano gli ammalati di Covid-19 con le terapie domiciliari, c’è chi li accoglie al Senato per dar loro voce. Sto parlando della senatrice leghista Roberta Ferrero e del suo comitato, primi e unici (per ora) a sostenere la vera scienza. Questa iniziativa mette in evidenza la necessità di un cambiamento di prospettiva a livello medico, scientifico e culturale.

L’ICS si è svolto in tre giornate, ma io vi racconterò solo quella del Convegno al quale ho assistito e la mia narrazione si dividerà in puntate. Questa è la prima, dove Mauro Rango (fondatore dell’Associazione IppocrateOrg) è protagonista.

Rango inizia il suo intervento così: “Se ci pensiamo può apparire alquanto strano che a 2 anni da inizio dell’epidemia e con una campagna vaccinale in corso senza precedenti nella storia dell’umanità, ci si ritrovi per la prima volta a livello mondiale a parlare di terapie precoci per il Covid”. Queste parole sono disarmanti e mi sento immensamente onorata di essere qui con tutti loro.

Chi è Mauro Rango?

Mauro Rango non è un medico. I suoi studi universitari riguardano la scienza politica e sociale, e i diritti umani. Ha vissuto a lungo in Africa dove si è occupato del diritto alla salute e di accesso alle cure. 

Qual è la sua storia relativamente al Covid?

Quando ebbe inizio l’epidemia e vide le immagini delle bare in Lombardia, Rango viveva in una minuscola isola della Repubblica di Mauritius. “Forse è stata proprio questa mia distanza fisica dall’Italia e dai mezzi di comunicazione, e la mia formazione in ambito scientifico dei fenomeni sociali che mi ha permesso di mantenere la lucidità necessaria per guardare con occhio distaccato a quanto stava accadendo” dice Rango. “C’erano zone con un tasso di mortalità altissimo e altre realtà in Italia e nel mondo dove venivano utilizzate le terapie precoci nella fase iniziale della malattia con un tasso di letalità tendente allo zero, se non zero. In Lombardia non facevano le terapie precoci. Le persone si recavano direttamente all’ospedale, veniva dato loro l’ossigeno e poi morivano. Tentai di contattare qualsiasi mezzo di comunicazione di massa italiano per informarli dell’esperienza Mauritiana, dove il primo ministro intervenì subito all’arrivo del virus con le terapie domiciliari (idrossiclorochina, azitromicina a domicilio e in ospedale plasma iperimmune), ma non fui ascoltato. Detti vita allora a un’associazione che dimostrasse che il Covid era una malattia curabilissima, dalla quale non si poteva morire”. Così nasce IppocrateOrg. 

Cos’è IppocrateOrg e chi ne fa parte?

IppocrateOrg è l’organizzazione che ha maggiormente operato nella cura dei pazienti a distanza con centinaia di medici nel mondo e con 150 medici nel centro assistenza a distanza in Italia. I pazienti curati stimati superano i 60.000, con solo 9 decessi (di cui 8 arrivati dopo il quinto giorno dall’insorgenza dei sintomi e 1 arrivato dopo il quarto giorno). Tutti vivi, nonostante fra questi pazienti ci fosse una concentrazione di malati più gravi, perché arrivavano ad IppocrateOrg dopo essere stati abbandonati dai loro medici di base prima e successivamente dalle USCA. 
“L’associazione non è costituita soltanto di attività medica individuale, ma anche di sforzo collettivo di medici e non” racconta RangoAnche la formazione continua del personale medico, il tutoraggio dei nuovi medici entrati, lo studio continuo del nostro comitato medico-scientifico, il confronto con altri scienziati e medici di tutto il mondo, ci ha consentito di mettere a punto un approccio terapeutico che, se utilizzato secondo ben precise regole, porta alla guarigione di ogni soggetto che si ammali di Covid”. A IppocrateOrg, essendo considerata la massima realtà organizzata a livello mondiale, è stato affidato il peso e il compito di dimostrare scientificamente che il Covid è curabile. IppocrateOrg è nata come un’associazione di volontari pertanto non gode di senza nessun tipo di finanziamento (solo adesso hanno aperto la possibilità di effettuare donazioni) e la priorità all’inizio della pandemia è stata quella di curare più malati possibile. “Ci siamo organizzati lentamente. Avevamo delle chat di whatsapp, ma quando il medico prendeva in cura il paziente, il paziente stesso dava il numero diretto del medico a tutti i suoi familiari, vicini di casa eccetera, per cui era tutto difficilmente misurabile. Noi abbiamo fatto un calcolo a livello statistico di quanti sono stati i casi” continua Rango “Adesso che ci siamo strutturati, abbiamo cominciato ad andare a ricostruire pazientemente caso per caso, nome per nome, a contattare i medici che li hanno curati, ed è stato avviato il primo studio retrospettivo su 500 pazienti dal professor Marco Cosentino dell’Università dell’Insubria. Nel frattempo, abbiamo il personale che sta ricostruendo le schede di altri pazienti per fare studi con numeri molto più grandi”. 

Due parole sul Covid

Quando si parla di Covid è quasi come se si dovessero considerare due malattie diverse che si succedono cronologicamente.  Per semplificare e per far comprendere a tutti possiamo dire che, in termini scientifici, si parla di Prima fase di malattia e di Seconda fase di malattia. Nella Prima fase di malattia si ha la fase viremica, quella di replicazione del virus. Nella Seconda fase di malattia si ha la risposta immunitaria abnorme.
Non è mai la Prima fase che uccide la persona, mai! È sempre la Seconda fase che uccide.
Per cui quando parliamo di Covid, l’intervento precoce è sempre sulla Prima fase. “L’aspetto della Seconda fase di malattia, non arriva oggi con il Covid; è una cosa che i medici conoscono da cinquant’anni!” dice Rangocinquant’anni fa, nelle cliniche pneumologiche di tutto il mondo, si curava una malattia assolutamente simile alla Seconda fase di malattia del Covid, la polmonite interstiziale da mycoplasma pneumoniae che aveva la stessa tempesta citochimica e veniva curata con cortisone ed eparina… e nei casi complicati con plasma iperimmune.”

L’approccio terapeutico di IppocrateOrg

I principi fondamentali per portare fuori dalla malattia un paziente sono:
– nella Prima fase di malattia: Ivermectina e Azitromicina
– nella Seconda fase di malattia: Cortisone e Enoxaparina
Se la saturazione è inferiore a 93: ricovero ospedaliero e plasma iperimmune (con una Pec, IppocrateOrg fa arrivare il plasma iperimmune di cui il 90% degli ospedali italiani è in possesso).
A questi farmaci si aggiungono vitamine e altri integratori. 
Aspetti fondamentali del protocollo:
– il Timing (cioè quando va dato il farmaco)
– i dosaggi 
– il monitoraggio costante da parte del medico

Rango suggerisce 3 riflessioni su dualità

  1. Approccio studio clinico tradizionale Vs Medicina ancorata alla realtà – abbiamo assistito allo scontro nella comunità medico scientifica dove si contrapponevano e si contrappongono tutt’ora due tesi: da una parte i fautori dell’approccio tradizionale che vedono nello studio controllato, randomizzato, l’unico lasciapassare per le terapie da somministrare, e dall’altra i sostenitori della medicina ancorata alla realtà clinica. Questi due approcci si dovrebbero integrare.
  2. Lo stato di normalità Vs lo stato di emergenza – in uno stato di emergenza l’approccio tradizionale di studio randomizzato perde di significato. 
  3. La medicina tradizionale Vs la medicina centralizzatala vigile attesa è un atteggiamento assolutamente corretto e adeguato in situazioni che riguardano soggetti giovani e sani, perché questi guariscono senza bisogno di farmaci. La vigile attesa diventa una aberrazione in caso di persone con patologie concomitanti quali diabete, obesità e ipertensione, patologie che l’intera comunità scientifica riconosce come patologie a rischio per il Covid. Quando mai, nella storia dell’umanità, la medicina ha praticato la vigile attesa per persone a rischio di morte per un’infezione che avanza? Mai, non è mai successo. La vigile attesa rappresenta la maggiore evidenza della rinuncia della medicina tradizionale personalizzata, a favore della medicina centralizzata massificata, frutto di decisioni politiche che vanno in questa direzione ormai da un trentennio. 

“Cresciamo in un mondo dove ci insegnano che il mezzo è più interessante del fine, fino a farci innamorare del primo e farci perdere completamente di vista il secondo. La scienza e la medicina sono mezzi, la salute e il benessere dell’uomo è il fine. Ma si pone più interesse più sulla scienza e sulla medicina che sulla salute e il benessere dell’uomo” conclude Rangoa Bergamo a marzo/aprile 2020 le persone morivano perché si aspettava… si aspettava cosa? Si aspettavano gli studi clinici randomizzati che avrebbero garantito le cure giuste. Ma era un’illusione dettata dal modo in cui oggi è strutturato e gestito il sistema sanitario. Chi percepiva la paura negli occhi del prossimo, chi si è concentrato sul fine, chi si è concentrato sul salvare vite umane ha capito che le soluzioni sono sempre più vicine di quel che si pensa. Perché quando si è concentrati sul fine, è la vita stessa che ti porge i mezzi e che ti indica le soluzioni”.

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