La Covid-19 è stata un’esperienza collettiva che ha toccato la vita di tutti noi.  Quello che ha fatto la differenza è stata la cura, ossia come è stata affrontata la gestione della pandemia. Da una parte abbiamo avuto il governo con una gestione insana che professava tachipirina e vigile attesa, e dall’altra ci sono stati quei medici coraggiosi delle terapie domiciliari, che hanno salvato e curato migliaia e migliaia di persone. Ippocrateorg è stata una delle prime organizzazioni italiane che ha riunito molti medici per dare assistenza ai malati. L’esperienza di una pandemia ha portato Ippocrateorg a elaborare un modello territoriale di sanità e aprire degli ambulatori in Italia. Ne parliamo con il presidente di Ippocrateorg, Mauro Rango, e con la dottoressa Rosanna Chifari, neurologa e responsabile della commissione scientifica della stessa associazione.

Rango: al centro delle azioni di Ippocrateorg ci sono la salute dell’uomo e la salute del pianeta, è scritto anche nello statuto fondativo. Abbiamo messo in campo un progetto specifico, Origini, che si occupa del pianeta. In Ippocrateorg sono confluiti quei medici che hanno la stessa concezione di salute: prevenire le malattie e insegnare a stare bene. Quando, più di un anno e mezzo fa, stendemmo lo statuto, pensammo a quella che era la vera pandemia, non quella del Covid dichiarata dai mezzi di comunicazione, ma la pandemia delle malattie non trasmissibili come il cancro, le malattie cardiovascolari, il diabete ecc.

Circa 500 mila persone all’anno muoiono in Italia per malattie non trasmissibili, patologie autoimmunitarie, malattie che innescano processi di sofferenza non indifferenti. Queste patologie sono collegate a errati stili di vita, all’inquinamento ambientale e ad un sistema di sviluppo che non è adeguato alla salute umana e che quindi potrebbero essere evitate. Questo sistema di sviluppo produce decessi. Una volta terminata la fase dell’epidemia, i nostri medici di Ippocrateorg si sono potuti dedicare alla cura di altre patologie.

Baldini: qual è la differenza tra un normale ambulatorio e un ambulatorio di Ippocrateorg?

Rango: non c’è differenza fra il medico che visita in un ambulatorio di Ippocrateorg e il medico che visita nell’ambulatorio ordinario; non c’è un medico buono e un medico cattivo. Ognuno fa quello che la gerarchia sopra gli dice di fare, ed è importante andare a vedere com’è fatta questa gerarchia. C’è un’élite ristretta di persone che ha partecipazioni in università, in enti di ricerca, in riviste scientifiche oltre a partecipazioni nelle grandi finanziarie globali. E quest’ultime hanno partecipazioni nelle grandi aziende farmaceutiche. Per cui, chi sta sopra ha interessi di un certo tipo.
Noi di Ippocrateorg abbiamo voluto recidere questi legami e abbiamo voluto aprire degli ambulatori dove il medico che incontra il paziente è una cellula di un corpo ben più vasto: una “medical community” a livello nazionale. Si tenta di ricostituire il famoso medico generalista, non specializzato, attraverso una comunità di medici che vogliono aiutarsi per risolvere un caso.
Altra cosa importante è che chi aderisce a questo progetto di Ippocrateorg deve sottostare a un minimo di protocollo etico. Per esempio, c’è un massimale di importo che possono chiedere ai pazienti. Si deve operare gratuitamente quando si ha a che fare con una persona sospesa dal lavoro o con i suoi familiari ed inoltre si deve partecipare alla formazione di Ippocrateorg. Dall’inizio della pandemia, ogni giovedì sera, i medici che curano il Covid sono obbligati a partecipare a un corso di formazione e di aggiornamento, confrontandosi anche con diversi paesi e con altre realtà di medici che fanno lo stesso lavoro.
Oltre a questo, stiamo facendo partire un master di due anni per figure che si occupano di cura, cioè laureati in medicina, in scienze infermieristiche, in psicologia, in farmacologia, ma esteso a tutte le persone che hanno come centro della loro attività e del loro essere, la cura verso l’altro. Sarà un master di Despecializzazione all’interno del quale verranno insegnate tutte quelle materie che mancano nelle università italiane, perché è importante capire come la psiche e le emozioni influenzano il mondo neuronale… e come questo influenza l’aspetto ormonale… e come gli ormoni influenzano il sistema immunitario. Si tratta di considerare l’essere umano a tutto tondo, mettendo al centro di tutto l’interesse per la persona che abbiamo davanti e con la quale siamo connessi in quel momento, perché se sta bene quella persona stiamo meglio anche noi.
Molti medici, durante la pandemia, hanno lasciato i pazienti a casa soli, spaventati dalle televisioni che affermavano che il Covid li avrebbe uccisi. Assolutamente soli in mezzo a una tragedia che tragedia non era, visto che abbiamo dimostrato con 70 mila pazienti guariti che, se il covid viene curato entro i primi tre giorni, non uccide!
La medicina interviene sempre, ma il protocollo “tachipirina e vigile attesa” ha messo in essere un qualche cosa che non si era mai visto prima in nessuna malattia. Il Covid è una malattia curabilissima: nella prima fase con gli antinfiammatori e in seconda fase con cortisone, eparina ecc.
Noi vorremmo riportare al centro la salute dell’uomo, attraverso la formazione e tramite gli ambulatori sul territorio.

Baldini: dottoressa Chifari, lei ha aperto a Milano il primo ambulatorio di Ippocrateorg. Parlando di approccio medico, che cosa è cambiato per lei?

Chifari: in realtà, abbiamo aperto tre ambulatori e uno di questi, a Milano centro, fa riferimento a me. Per quanto mi riguarda, c’è stato un cambiamento in senso positivo: c’è uno squadrone di oltre 100 medici (tutti di eccellenza e con codice etico remarquable) che, nel momento in cui si ha di fronte un paziente con altre esigenze e altre patologie, può intervenire efficacemente e con grande competenza nel trattarlo. Quello che invece non è cambiato è l’approccio, nel senso che, analogamente ai miei colleghi di Ippocrateorg, difendo la salute dei pazienti rispondendo alla mia coscienza e alla scienza, quella vera e non quella prezzolata e mediatica. Abbiamo tutti questo tipo di codice etico, cioè scegliere di stare dalla parte del paziente. L’approccio al paziente come persona umana che ha un vissuto, un passato, una famiglia, una sofferenza e un ambiente con cui deve interagire, deve essere preso in considerazione a 360 gradi. Tanto che noi abbiamo degli psicologi che possono intervenire, quando è necessario, a supporto della patologia; anche la comunicazione di una certa diagnosi può essere difficile e richiedere anche più di un incontro e un supporto psicologico. Il nostro è un approccio olistico: non esiste la risposta soltanto del tipo patologia-molecola, ma prende in considerazione anche l’intervento di integratori, di vitamine e, in alcuni casi, di omeopatia.
Oltre a questo, quello che fa la differenza, è che noi non sottostiamo al diktat delle case farmaceutiche, ma ci basiamo sulla scienza intesa come:
1. pubblicazioni internazionali su riviste ad alto impact factor, in cui la disclosure dice chiaramente che non hanno ricevuto finanziamenti dalle case;
2. un’analisi corretta dei dati;
3. un confronto settimanale che ci porta ad avere un aggiornamento continuo su quella che è l’evoluzione e l’esperienza di tutti i colleghi nel mondo.
Questo dovrebbe essere il filo conduttore anche di tutti gli altri colleghi che hanno scelto di non farsi delle domande. Noi di Ippocrateorg siamo intervenuti con le cure precoci per curare il Covid. Perché i farmaci esistono. Sono dei farmaci assolutamente tradizionali, alcuni conosciuti da sessant’anni, alcuni da cento. Pensiamo all’aspirina, per esempio. Io amo ricordare anche l’ivermectina che è stata bandita, ostacolata. Addirittura, la Pfizer ha lanciato una sorta di concorso per promuovere dei gruppi che avrebbero dimostrato l’inefficacia dell’ivermectina. E dovere pagare qualcuno per dimostrare che un farmaco non funziona… la dice lunga.

Baldini: è che queste notizie non arrivano al grande pubblico…

Chifari: i tuoi colleghi, con l’eccezione di quelli che invece cercano di supportare la verità, hanno una grossa responsabilità. Perché basterebbe andare a vedere la letteratura scientifica: abbiamo 80 lavori e oltre che ne dimostrano l’efficacia in tutto il mondo; in India, addirittura, dove sono un miliardo di persone con le condizioni igieniche note e gli ovvi problemi, il Covid è quasi scomparso grazie all’ivermectina. E hanno sospeso i vaccini. La stessa cosa è successa in altri paesi.

Baldini: bisogna essere vaccinati per essere iscritti ai vari ordini dei sanitari

Chifari: certo, tutti noi sanitari siamo stati forzati, anche quando non era necessario; siamo stati obbligati a farlo per ragioni di carattere professionale. Molti di noi hanno preferito fare un vaccino a virus inattivato, sicuramente più sicuro del vaccino a RNA messaggero (opinione condivisa in tutto il mondo). La Massachusetts Institute of Technology ha dimostrato che gli effetti collaterali del siero genico a RNA messaggero sono numerosi: rasentano il 30%!
Io, che mi occupo di neurologia, ho collezionato quelli neurologici e li abbiamo presentati come Ippocrateorg all’ultimo congresso mondiale dove sono stati condivisi con quelli di altri colleghi provenienti dai quattro angoli della terra e tutti osservano la stessa cosa. L’ultima parola resterebbe ai politici che, se correttamente informati, dovrebbero ritirare subito qualcosa che è nocivo alla salute. Sarebbe sufficiente che ascoltassero la comunità scientifica internazionale: siamo pieni letteratura scientifica che conferma questi dati.
Sono anche sorpresa nel constatare la passività di moltissimi colleghi di fronte all’evidenza.
Il Filo di Arianna è un’associazione che ha documentato più di 5.500 casi (correlati direttamente e non presunti) di effetti collaterali da siero genico. L’ignoranza non è più ammessa! Quello che a me fa particolarmente arrabbiare, è che a chiunque vada a segnalare degli effetti collaterali (parestesie, problemi neurologici, sclerosi multipla) viene detto o che non c’è nessuna correlazione, oppure viene riconosciuta la correlazione ma gli dicono di non poterlo scrivere per paura di essere sospesi.
Ma noi medici siamo tenuti a segnalare nel momento in cui c’è una possibile correlazione!
La verità scientifica va sempre esplorata, mentre qua siamo in una sorta di realtà in cui si nega la verità anche quando l’abbiamo di fronte. Se si fa finta di niente di fronte all’evidenza, allora forse è meglio cambiare mestiere.

Baldini: esistono delle prospettive per mitigare o annullare gli effetti del siero genico?

Chifari: sì, ci sono dei protocolli che sono frutto di una collaborazione nazionale e internazionale e che utilizzano delle molecole semplici che neutralizzano in buona parte gli effetti della Spike. Ovviamente, prima si interviene e meglio è, perché è la Spike che determina la maggior parte dei problemi.
Poi, ci sono state delle segnalazioni da parte di alcune università tedesche e americane che hanno documentato la presenza nel sangue di metalli come il grafene. In Italia, abbiamo una persona che utilizza un microscopio elettronico ad alta risoluzione e che osserva se ci sono delle alterazioni a livello, per esempio, dei globuli rossi che risultano impilati. E questo può succedere anche in persone senza sintomi. Quindi, anche in assenza di sintomi, bisogna cercare di capire cosa avviene nel nostro corpo.

Baldini: chi è che si rivolge agli ambulatori di Ippocrateorg? Le persone malate di covid? Persone sane che vogliono prevenire?

Chifari: Sì e aggiungerei anche un’altra di categoria: tutti quelli delusi da un tipo di medicina che si è piegata e asservita a dei diktat istituzionali che non avevano però un’autorità scientifica di nessun tipo.

Leggi la RIVISTA – www.lartedelcomunicare.it/la-rivista

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